Lo scienziato Antonio Maria Jaci, nato a Napoli il 15 ottobre 1739, astronomo e matematico, titolare della cattedra di filosofia e matematica nel Seminario Arcivescovile a Messina, nel 1802 costruì una perfetta meridiana all’interno della Cattedrale e inventò l’ampolletta mercuriale, d’importanza capitale per la nautica poiché consentiva l’esatto calcolo della longitudine durante la navigazione in mare aperto. Fu socio dell’Accademia delle Scienze di Londra e numerosi furono gli inviti e gli attestati che uomini illustri e note accademie delle scienze gli tributarono.Lo scienziato messinese, però, rinunciò tutti gli inviti prediligendo rimanere nella sua amata città; queste le parole simbolo del suo attaccamento a Messina: “La terra che mi accolse infante e si ha avuta tutta la mia vita, si abbia ancor essa le mie ceneri”.
Incompreso dai suoi contemporanei, abbandonato da tutti e in povertà, ormai completamente cieco, muore di apoplessia nella notte del 5 febbraio 1815. Neanche dopo il decesso fu graziato dall’ineluttabile destino: diverse inedite opere scientifiche furono distrutte da un incendio e le spoglie mortali, che erano state tumulate nella chiesa di Santa Maria di Porto Salvo nel Borgo San Leone, furono disperse da una violenta alluvione.
Nel 1883 il Comune di Messina intitolò all’illustre scienziato una delle prime scuole pubbliche superiori istituite nella città peloritana.
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